“Per il finale di “Qu’Art de siècle” – racconta Capossela in un post sulla sua pagina Facebook -, ho ricevuto in dono, in un bar specialissimo, una specie di cabina di treno che può ospitare non più di tre persone, un cocktail ispirato ai protagonisti della canzone “Ultimo amore”. Trattandosi di una coppia il componimento si divide in due opere distinte, che vanno però gustate insieme”.

Il bar è il BackDoor43, il più piccolo al mondo, e si trova a Milano, zona Navigli.  Violetta, lavanda, vermouth rosso, Picon e Don Julio Blanco gli ingredienti per il cocktail ispirato a “Lei”; assenzio, mastica, bitter alla menta, vermouth rosso, vermouth dry, Benedectine, Lagavulin 16 e Don Julio Reposado per “Lui”.

“Tempo fa mi è stato chiesto di fare due cocktail per Vinicio Capossela, uno per la sua canzone “Ultimo Amore” e uno che lo rappresentasse – mi racconta Flavio -… Ecco, dopo un anno finalmente è venuto a bere al BackDoor43”. Praticamente al termine del tour con cui Capossela ha festeggiato il suo quarto di secolo di carriera.

“Diversi cocktail sono diventati celebri in letteratura, primo tra tutti il famoso “Succhiello” ne “Il lungo addio” di Chandler – è la riflessione di Capossela che rivela di aver iniziato proprio dal bar la sua carriera-. Pochi hanno a che fare con canzoni”. Gustando i due cocktail di Angiolillo, racconta sempre Capossela con poesia, “come in una specie di seduta spiritica, a mezzo di altri sensi, la gonna spaziosa di lei e il passo zoppicante di lui sono tornati in vita, anzi, sono tornati “dall’altra parte della vita”. Un nome ancora non ce l’ha quest’accoppiata alcolica (e alchemica), “Ultimo Amore” gli calzerebbe a pennello.