Mirabelle, eleganza italiana con la cucina concreta di Marzetti. Quando si parla di ristoranti con vista a Roma l’associazione mentale è quasi scontata, si pensa subito al tre stelle Michelin “La Pergola”. A mio personale giudizio la panoramica del Mirabelle batte il colpo d’occhio di Monte Mario. Da lassù la Città Eterna è lontana, da Porta Pinciana – dove si trova il Mirabelle – la si può quasi toccare. E la vista – mi si fa notare – ha sempre il suo fascino, nelle gionate assolate come in quelle piovose. Mi sporgo dalle vetrate della sala – in una domenica partita uggiosa che ha visto poi sbocciare la luce – e davanti a me si apre un panorama mozzafiato, che spazia da villa Borghese e dagli edifici umbertini del Pinciano fino al cuore del centro storico, con San Pietro a sovrastare tutto.
Il cibo non è da meno. Siamo a un livello altissimo, anche nel piatto. Lo Chef, Stefano Marzetti – ironia della sorte (o segno del destino), c’è proprio “La Pergola” tra le sue esperienze -, propone portate che hanno radici forti nella tradizione regionale italiana (emblematici il Polpo abbrustolito con cacciatora scomposta e polenta al nero, i Fagottini di pasta fresca alla carbonara con guanciale di Sauris, asparagi verdi e tartufo nero estivo, la Crema di zucca mantovana al rosmarino con porcini freschi e bon bon di capesante lardellate); alcuni respirano anche aria internazionale, ma guardando più a Oriente che Oltralpe (come la Coda di Rospo con crema di riso basmati al curry, wok di verdure e gamberi rossi croccanti).
Parlando con lui capisco, poi, che il suo eclettismo non è solo esecuzione di scuola, piuttosto vissuto, sperimentazione e curiosità per la materia prima. La sua è cucina di ricerca, ma molto concreta, e frutto di prove, tante prove. “Quando mi capita di fare un viaggio – mi racconta lo Chef – mi piace esplorare anche i sapori e le materie prime dei luoghi che mi trovo a vivere; quindi penso a come poter ricreare certe atmosfere nella mia cucina, che ha la base nelle mie origini umbre. La prima persona da cui ho imparato a cucinare è stata mia madre, che era cuoca, per questo credo che i miei piatti abbiano una consistenza molto concreta”.
Lo Chef è appena tonato da un viaggio in Sicilia e mi rivela entusiasta che alcuni piatti pensati per l’autunno al Mirabelle – già in carta – hanno proprio qualche influenza sicula: il Mon Chéri…di Piccione, con Spugna di Pistacchio di bronte e gelato allo zenzero; gli Spaghettoni con pesto alla Trapanese con aliciotti freschi e mollica di pane bruscato; il Salmone selvaggio con purea di finocchi, croccantella di rabarbaro e pesto ai sapori siciliano. Sono solo esemplificazioni di un menù ricchissimo e per tutti i palati (anche vegetariani).
A metà ottobre la carta subirà qualche modifica, soprattutto per adeguare le portate alla stagione. Per esempio il tartufo bianco di Alba prenderà il posto di quello nero estivo. Altra novità sarà il menù degustazione per celiaci. Ovviamente al Mirabelle è tutto fatto in casa, dalle pizzette dell’aperitivo al pane ai bon bon che accompagnano il caffè.
Il Mirabelle è un’autentica scoperta. Più che la parola lusso, è eccellenza la parola che lo denota meglio. Elegante, con le sedute a poltroncina, le tovaglie di lino stirate a mano mise en place, le composizioni floreali ad adornare i tavoli, i cristalli e le porcellane antiche, il ristorante è un capolavoro barocco dove ogni dettaglio contribuisce a rendere unica la visita. Impeccabile il servizio e lo stile d’accoglienza, tutto italiano. Notevole la Carta dei vini, un vero e proprio libro con bottiglie delle migliori case italiane, francesi e internazionali. I prezzi sono molto alti, ma questo è un aspetto sempre relativo: a come ognuno preferisce spendere il proprio denaro e all’importanza che si dà all’occasione scelta per far visita a questo locale. Il livello è ampiamente da Stella Michelin. Sorprende il fatto che ancora non ne abbia ottenuta almeno una.