Non è lui a decantare la sua pizza, è la sua pizza che si prende la scena e ti rapisce. Tanto che di fronte alla vera e propria magia di Ciro Salvo gli altri nomi del pantheon dell’impasto più celebre al mondo scompaiono. E non importa se è “gourmet” o quante ore è lievitata o quante e quali farine contiene, è stramaledettamente buona. Questo solo importa. Tanto che ti sorge il dubbio che Salvo abbia potuto incontrare il diavolo tra le braci ardenti del suo forno e vi abbia stretto un patto.
Da un mese la pizzeria di Ciro Salvo, 50 Kalò, è sbarcata piuttosto in sordina a Roma ma la fila che si crea – nonostante i 150 coperti e due forni – dimostra che non ci vorrà molto per conquistarla. Il locale incarna lo spirito della pizza secondo Salvo: essenziale, elegante, riconoscibile. Ampie vetrate, ambienti separati da volte dai profili dorati, tavoli in marmo e materiali di pregio connotano gli spazi e le sedute (comodissime).
La pizza di Ciro Salvo si presenta discreta e sobria – un pò come lui che arriva in sordina, come un qualsiasi dipendente, e mette subito le mani in pasta -; non ha super cornicioni, barriere non si capisce a cosa; con l’elasticità e lo spessore giusti, quelli che vorresti sempre trovare, e, ultimo ma non meno importate, non ha chiazze di bruciature carbonizzate. Non faranno male alla salute, ma fanno male al palato rendendo amari i bocconi.
La farcitura è di qualità elevata, senza per questo pretendere un prezzo esorbitante (tra 7 e 12 euro al massimo), ma l’impasto è talmente buono che lo mangeresti anche solo condito con l’olio (versato a crudo). La prova è che nel piatto non avanza nulla, neppure un pezzetto. L’effetto è identico a quello del loto offerto ai compagni di Ulisse: non smetteresti mai di mangiarne, ti rapisce e ti fa perdere nel suo oblio. Qualcuno non esita a dire essere la pizza migliore mai mangiata.
“Per noi, aprire un nuovo 50 Kalò non significa semplicemente aprire un locale altrove, ma trasferire l’identità, l’anima del progetto che ha tante sfumature”, afferma il pizzaiolo, “50 Kalò non è solo un’insegna ma è la materializzazione di anni di ricerche, competenze ed esperienza maturata sul campo. Io sono un perfezionista, per questo ogni apertura è studiata in modo meticoloso e tutti i locali sono gestiti interamente da noi. Il successo non può prescindere dal duro lavoro e senza sacrifici è impossibile costruire”.
Oltre alla birra creata e imbottigliata apposta per 50 Kalò da Birra Amarcord, completano la proposta una selezione di vini e alcune etichette di spumanti e champagne, “perché una bollicina in pizzeria non deve mai mancare”. Non possiamo che essere d’accordo e felici.