Alta cucina popolare può sembrare un ossimoro, da Bauhaus è realtà. In un ex forno della Garbatella che da un anno è stato trasformato in un all day dining di design, lo Chef Andrea Castagna realizza piatti che non ci si aspetta con grande tecnica e accurata pulizia di sapori.
Pur curando tutta l’offerta del locale assieme a quella dell’adiacente Biffi – colazioni e lunch inclusi -, la sera lo Chef si dedica alla sua cucina di ricerca, passione nata tra uno stage al glorioso Noma di Copenaghen e l’esperienza come Chef de partie al The Cesar de La Posta Vecchia.
“Respira. Mangia. Ricerca. Rischia. Lasciati trasportare dal gusto. Esplora il suo immenso potenziale. Senti l’ispirazione”, è il Manifesto della cucina di Castagna che campeggia sul menù suddiviso tra sei antipasti, sei primi, cinque secondi (suddivisi equamente tra pesce, carne, vegetariani) e quattro dolci. Quasi un invito a lasciarsi andare, senza pregiudizi, anche di fronte a proposte audaci e complesse come il “Risotto, asparagi, mandorle, liquirizia, limone, parmigiano 36 mesi” in cui l’equilibrio tra i sapori rischia di essere sempre molto precario (al centro nella foto). Più rassicuranti i “Ravioli ripieni di polpo, gazpacho, ristretto di pomodoro, capperi e olive” (in alto a destra).
Nello spiedino di rana pescatrice, brodo ai sapori di mare con verdure baby al vapore, queste ultime sono lasciate croccanti e diventano le vere protagoniste, col pesce quasi a fare quasi da guarnizione e a completare un piatto sapido e ben bilanciato (in alto a sinistra). Il “Branzino, salsa datterino giallo e cozze, taccole e fagiolini” è un’ulteriore conferma, tra i secondi di pesce, di come lo Chef presti grande attenzione alle consistenze, l’alternanza morbido-croccante, oltre che ai sapori (in basso a destra). Stessa cura che si ritrova tra i dolci nella “Meringa esotica”.
Altrettanto creativa è la proposta di carne, dal maialino dei Nebrodi, spennellato con una marinata di mosto cotto e marsala e accompagnato da un chutney di albicocca, al pollo con i peperoni alleggerito da una insalatina con l’ortaggio all’aceto balsamico. Tra le referenze vegetariane c’è l’uovo con quinoa mantecata a freddo e guacamole oppure il raviolo di sedano rapa.
Un menu per tutti i gusti, da cui estrapolare anche due percorsi degustazione da tre o cinque portate, a cui abbinare etichette ricercate proposte dal wine specialist Matteo Colasanti, che non nasconde un debole per il mondo del naturale e del biodinamico. E per finire, la drink list è a cura di Patrizio Boschetto, che propone anche un sorprendente cocktail paring con la cucina. Per chi ricerca un po’ di privacy Bauhaus ha pure un privé al quale si accede su prenotazione. A renderlo ancora più intimo è una bottigliera di cui è possibile affittare un vano per custodire la propria bottiglia di vino o una etichetta del distillato preferito.