Un libro lo si può scrivere per se’ stessi, per gli altri e lo si può scrivere un po’ per se’ stessi e un po’ per gli altri*. Giuseppe Coccon rientra in quest’ultima categoria di scrittori con “Taxi Confidential”, diciassette storie vissute e raccontate in trent’anni di viaggi in giro per l’Italia e il mondo. Diciassette racconti di vita raccolti dal sedile posteriore di taxi presi qua e là, per lavoro, svago o semplice curiosità. Perchè il taxi? Perchè “i taxi sono storie in movimento”. Storie che, come una matrioska, racchiudono altre storie, anche la propria. Trait d’union di tutte queste storie è la famiglia, anche quando non c’è – o c’è a metà, senza figli -, per scelta, disgrazia o noncuranza.
“Lavoravo 16 ore al giorno, tutti i giorni, e ho trascurato la famiglia e i miei due figli”, racconta Franco, ex consulente finanziario che ha deciso di cambiare vita mettendosi a fare il taxista a 39 anni suonati. “Non staccavo mai la testa dalla scrivania e dal piatto in tavola quando stavo a casa, per vergogna, per un senso di colpa. Ho deciso quindi di darmi una nuova chance e di darla anche a mia moglie e ai miei ragazzi”.
Identica insoddisfazione traspare dalle parole di un cliente, un uomo maturo, che esprime l’amore per la sua compagna più giovane proprio in un taxi. “Il mio cruccio è di essere stato poco coi miei ragazzi per un periodo della vita. Hanno accusato la mancanza, soprattutto la sera, quando di solito si chiudono le finestre e si accendono le famiglie. Io, invece, spesso tornavo in una alienante camera d’albergo”. Ma non è mai troppo tardi per cambiare, magari “quando la voglia di arrivare, di fare carriera sfiorisce e si torna a dare valore alle cose semplici”. E’ l’essenziale che diventa invisibile agli occhi di Antoine de Saint-Exupéry. Ma se un treno può passare una volta sola, un taxi lo si riesce sempre a prendere. Per reinventarsi una nuova vita o anche solo per vivere con pienezza quella che ci è dato di vivere.