E’ tra le aziende vinicole italiane più antiche, producendo vino dal lontano 804 D.C., e si trova a nord-est di Firenze, Carmignano, nell’area di una delle prime DOCG italiane. Basterebbe questo a definire Capezzana come un’azienda peculiare nel panorama vitivinicolo, non solo italiano ma mondiale. Il microclima, totalmente diverso dalle altre zone viticole toscane, con una forte escursione termica che rende i vini estremamente longevi, la rende unica. Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Franc, Canaiolo, Trebbiano, Chardonnay, San Colombano, Merlot e Syrah sono i vitigni coltivati.
Compresa all’interno del “Barco Reale”, un’antica riserva di caccia, l’azienda della famiglia Contini Bonacossi si estende per seicentocinquanta ettari, di cui settantotto a vigneti, centoquaranta dedicati alla coltivazione delle olive e il resto boschivo e seminativo. Il sistema agricolo biologico adottato non serve solo a produrre un vino salubre, come massima espressione del territorio, ma anche a proteggere l’immensa area verde – area protetta che ha mantenuto nei secoli la sua integrità – conservandone la biodiversità. E applicare un’agricoltura etica fa bene all’ambiente ma anche al vino poichè garantisce che non ci siano contaminazioni vicino ai vigneti.
Il vino di Capezzana rappresenta così l’autenticità degli elementi presenti in natura e la famiglia Contini Bonacossi la “custode” di questo territorio. “E’ stupefacente osservare il caos da cui tutto trae origine. Molte vigne hanno terra argillosa che passa a sabbiosa per tornare argillosa e magari galestrosa, metro dopo metro c’è una grande differenza perché il tutto viene da una situazione caotica con biodiversità estrema e fantastica. Se qualcuno volesse trovare la formula alchemica del vino di Capezzana, la troverebbe proprio nell’estrema disomogeneità della terra e dell’esposizione dei vigneti. E’ esattamente da questa “caoticità” che scaturisce la grande complessità dei nostri vini, inimitabili esattamente perché è impossibile ripetere la stessa ricetta in altre regioni o in terreni anche non lontani dal Carmingnano”, racconta Vittorio Contini Bonacossi.
Un insieme di fattori che conferiscono ai vini di Capezzana un corredo aromatico policromo e una notevole longevità, che si apprezza degustando le annate storiche, custodite nell’antica cantina dell’azienda. Tanto che il Ghiaie della Furba 2003, vino con uvaggio bordolese, nel 2010 in una degustazione ha battuto persino il Sassicaia 2005. Così ogni anno, dal 2006, vengono tenute da parte tremila bottiglie di Villa di Capezzana per poterle proporre dopo dieci anni dalla vendemmia e mostrarne la longevità. E al fine di preservare l’unicità espressiva di questo territorio, il lavoro non termina in vigna, ma prosegue in tinaia e in cantina, dove si usano esclusivamente lieviti indigeni.
Nella Tenuta dei Conti Contini Bonacossi, su tutti, nasce un vino che sta portando in alto il nome dell’Italia nel mondo: il “Vinsanto Riserva di Carmignano”. Questo vero e proprio nettare è il frutto di un antico e lungo lavoro, dove niente è lasciato al caso, e invecchia ben sette anni nei caratelli prima di essere imbottigliato. Denso, con un colore che tende all’ambrato, al naso questo Vinsanto è un’esplosione di profumi complessi – albicocca, fico secco, cannella, fiori gialli – che evolvono mostrando sempre nuove sfumature e aromi. In bocca l’entrata è calda, avvolgente, con un perfetto equilibrio tra acidità e dolcezza, e un retrogusto che sembra non finire mai. Veronelli proprio per il Vinsanto Riserva di Carmignano coniò l’appellativo “vino da meditazione”.
Ma Capezzana non è solo vino, bensì un microcosmo all’interno del quale immergersi completamente, attraverso le sue esperienze: dal Relais con camere al Wine bar, dal wine tour alle visite in campagna alle cooking class all’olio. Immersi nella bellezza, lontani dal mondo.