Tano Simonato è l’oste che si vorrebbe trovare in ogni ristorante. Lo Chef, a cui la Guida Michelin ha confermato la stella, oltre che indirizzare il lavoro in cucina – dove a dirigere è il sous Chef Stefano Ceriani -, ama fare da padrone di casa accogliendo i clienti, recandosi ai tavoli per un consiglio sul vino, servire in prima persona (poco usuale tra gli stellati) o anche solo per scambiare due parole e descrivere un piatto. E’ il ristoratore che coccola il cliente con una simpatia che non sfocia mai nell’invadenza.
Nomen omen, “Tano passami l’olio“, l’ingrediente principe della tavola di Simonato è l’Evo, l’extra vergine di oliva, sia in cottura che a freddo. Sono banditi burro e soffritti, rei, secondo lo Chef, di non far apprezzare appieno i sapori dei vari ingredienti e, in alcuni casi, di appannarli proprio. L’extra vergine, invece, dà garanzie di “fragranza e incontaminazione dei prodotti”. Non trascurabile, poi, è la sua maggiore digeribilità rispetto ad altri oli vegetali e grassi animali.
Che si opti per la carta o per un menù degustazione, dalla tavola di Tano Simonato ci si alza senza la sensazione di pesantezza che accomuna l’esperienza nella stragrande maggioranza dei gourmet. E non certo a scapito dell’opulenza e della gola. Persino il cannolo siciliano di Tano è delicato senza risultare sciatto. “Ci sono due modi di mangiare: uno per nutrirsi e l’altro per divertirsi, la cosa bella è che il secondo non elimina il primo”, è la massima dello Chef che campeggia all’ingresso del locale.
Il menù mantiene la promessa, tra piatti che sono vere e proprie scoperte creative – come il “Tiramisu di seppia e patate” (foto in alto a destra) o l'”Uovo di cristallo su riso nero venere, oro e tartufo” (in basso a sinistra) – ed evergreen come il Piccione, che Simonato valorizza con l’olivello spinoso e la mandorla e impreziosisce con una sfera di carota ripiena del suo stesso fegato. A fine cena gli amanti del fumo lento non possono trovare buen retiro migliore della cigar room, tra distillati e comode poltrone. A fine servizio anche lo Chef si concede il suo sigaro e continua ad allietare gli ospiti con la sua giovialità.