La panoramica è talmente ampia che si è obbligati a girare su se stessi per completarla. Il Cupolone di San Pietro spicca nella sua maestà e tutt’intorno c’è Roma, con la visuale che spazia da Monte Mario al Gazometro. Uno ad uno si distinguono i monumenti più iconici, da Castel Sant’Angelo all’Altare della Patria al Colosseo, in uno skyline continuo a 360°. Tra Prati e Borgo Pio, in uno dei quartieri umbertini più eleganti di Roma, a raccontare il fascino senza tempo dell’Atlante Star Hotel è oggi la seconda generazione Mencucci, i tre fratelli Federico, Roberta e Francesca che gestiscono l’albergo e i ristoranti agli ultimi piani: l’Attico (riservato al ristorante Les Étoiles), il Roof Garden (dedicato al Bistrot) e il Rooftop (il Cocktail bar). E sulle terrazze dell’albergo l’Executive Chef William Anzidei racconta la sua cucina, col Cupolone e Castel Sant’Angelo tanto vicini che sembra di sfiorarli.
Nel corso della sua carriera, Anzidei ha affiancato nomi importanti del panorama ristorativo capitolino: dall’Eden, con Enrico Derflingher, allo Splendide Royal, con Stefano Marzetti, passando per Igles Corelli e Andrea Fusco. Se da Corelli, lo Chef ha ereditato l’idea della cucina circolare, con l’ingrediente che viene offerto in tutte le sue parti e lavorato secondo tecniche che lo esaltino in diverse consistenze, Marzetti gli ha sicuramente trasmesso l’approccio alla cucina di sostanza. Anzidei spazia dalla terra al mare e caratterizza i suoi piatti con un messaggio di apparente semplicità: si prediligono proprio la sostanza e la riconoscibilità degli ingredienti più che l’estetica dell’impiattamento fine a se stessa.
Il menù parla della filosofia dello Chef con piatti che rivelano cotture espresse e leggere e che esaltano le caratteristiche intrinseche degli alimenti, pochi ingredienti, materia prima per quanto possibile del territorio e di stagione, dal pescato dell’Argentario alla carne di Magliano Sabina. Due esempi su tutti: l’Anatra con sedano rapa e salsa ai mirtilli, in cui sia la carne che l’ortaggio sono cotti al forno Josper, metodo che rende la carne estremamente tenera e succosa, e i Tonnarelli con gamberi rosa, zafferano e basilico, bell’esempio di piatto concreto fuori dagli schemi che vanno per la maggiore. Stesso guizzo che si trova nelle Capesante marinate, fragole e lime. Dulcis in fundo, Anzidei propone la sua versione di “fragole e panna” con la Spuma di stracciatella di bufala, fragole su sablet di pistacchio.
Ad accompagnare i piatti, una carta dei vini raccontata in circa 130 etichette raccolte per tipologia: bollicine, bianchi, rossi e liquorosi. Paolo Bicorni, sommelier FIS, ha selezionato le aziende con l’ambizione di mappare un po’ tutte le regioni italiane, con grande spazio del Lazio che sta vivendo il suo Rinascimento vinicolo.
La formula del ristorante fine dining di Les Étoiles si fa, invece, più snella salendo ai piani superiori dove si trovano il Roof Garden e il Rooftop con uno stile di servizio più easy. Il Roof Garden, la prima delle due terrazze panoramiche, viene allestito tutte le le sere per la cena e nel weekend anche per il pranzo. Qui i piatti sono pensati come tapear all’italiana, per pasteggiare a cocktail all’aperitivo o per cenare più rilassati tra gli scorci della città.
A curare la consulenza del cocktail bar è Riccardo Marinelli, ex general manager del Jerry Thomas, mentre il bancone è guidato dal capo barman Andrea Ottogalli. Marinelli ha personalizzato il Roof Garden come Terrazza Campari per l’aperitivo all’italiana. Salendo ancora si trova il Rooftop dove, a partire dalle 17:00, viene servito un aperitivo completo a base di cocktail o bollicine e appetizer preparati espressi dalla cucina. Il tetto più suggestivo di Roma, punto strategico e romantico, dove ammirare la luce che cambia al tramonto sulla città e San Pietro che si staglia in tutta la sua maestosità.