“Io so io e voi non siete un cazzo”. L’espressione colorita con cui il Marchese del Grillo – alias Alberto Sordi – si rivolge ai popolani nel celebre film di Monicelli potrebbe calzare a pennello a deputati e senatori che, nel Lazio arancione, possono godere di bar e ristoranti aperti sia alla Camera che al Senato.
Col lockdown di marzo e aprile mensa, buvette e ristorante di Montecitorio e Palazzo Madama erano stati chiusi, come in tutto il Paese. “In conseguenza dell’attuale sospensione delle attività dei servizi di ristorazione sull’intero territorio nazionale nonché delle attività di tutte le strutture di ristorazione e bar presenti nelle sedi della Camera”, recitava la comunicazione del ‘servizio di gastronomia sostitutiva’, “i deputati interessati possono richiedere la consegna di un ‘cestino’ da asporto”. In Senato, col bar chiuso, i beni di conforto potevano essere consumati ai distributori automatici.
Oggi, in piena terza ondata Covid, col Lazio zona arancione e le continue restrizioni, il Parlamento è zona franca e l’asporto vale solo per i comuni mortali. Nelle due Camere i servizi di ristorazione funzionano come nulla fosse e ne possono fruire, oltre che i parlamentari, i giornalisti iscritti all’Associazione Stampa Parlamentare, quelli con accredito giornaliero e qualche fortunato su invito dell’Onorevole di turno. Ma chiudono alle 18:00, come in zona gialla.