Novecento metri quadri, cinque sale e un parcheggio da cinquanta posti auto. Sono i numeri, in termini di spazio e comfort, con cui si presenta Jerò Restaurant, il nuovo progetto di casual dining inaugurato a fine settembre a Ponte Milvio, tra i più celebri quartieri della movida romana. “Nato da uno spin off di Nojo, dove si è sviluppato un food format dedicato all’area del Pacifico”, spiega lo chef Valerio “Esse” Sinti, “Jerò spazia nel Mediterraneo, partendo dal mondo culinario spagnolo, ma senza imitarlo, con influenze da tutti i Paesi e materie prime ricercate”. Pietro Lococo, Stefania Vacca, Federico Rosati, Fabrizio Ravo gli altri soci.
Il locale nasce in un ex capannone industriale ed è in grado di ospitare, comodamente, fino a 250 persone. A colpire, sin dall’esterno, è l’effetto scenografico con il verde delle piante che richiamano paesaggi esotici a fare da entrée all’ampio dehor dal sapore Ibèrico; all’ingresso del locale si viene accolti dal panificio, che ogni giorno sforna pane di diverse varietà (c’è la Carta ad hoc) e dalla cucina, entrambi a vista; adiacente si sviluppa la Bodega, con una selezione internazionale di prosciutti e salumi, a fare da tramezzo tra le due aree ristorante: la prima più defilata e intima (con il soppalco-privè), l’altra più ampia, a vetrate, e il bar a dominare un intero lato. Al centro della sala principale trova posto la zona interamente dedicata alla tapaseria, con il servizio aperitivo che parte dalle 18:30.
Anche gli interni sono contraddistinti dall’effetto scenografico delle pareti dipinte a mano, con rappresentazioni di piante tropicali e decorazioni a tema naturale, e dei lampadari che scendono dal soffitto in legno come liane dagli alberi. Lo spazio disperde ogni rumore e la musica lounge di sottofondo accompagna la serata su morbide sedute in velluto.
L’offerta si articola su tre menù (Pranzo, Cena e Tapas). Dalla Botega meritano una menzione la Soprassata Antica Macelleria Falorni di Greve in Chianti; la selezione del salumificio “La Rocca” di Piacenza (Coppa del borgo, pancetta arrotolata, salame Piacentino DOP) e la selezione di maiale Ibérico de Bellota 100% (Pata Negra, Paleta e Lomo); tra le Tapas, spiccano la Melanzana appesa, pomodorino confit e crostino alle erbe, il Polpo verace, crema di ceci, mousseline alla cacciatora e la Crocchetta di patate ripiena di carne, aioli e salsa brava. Un capitolo a se è dedicato alle carni provenienti dalla Spagna ma anche dal Nord Europa, come il Carpaccio di filetto Sashi della Finlandia, il Carpaccio di picanha di vacca galiziana dry age 60 giorni, il Txogitxu dei Paesi Baschi, la Chuleta con osso Sashi selezione Diamond sempre della Finlandia e la Manzetta Baltica.
La Paella è il main course. Ma non aspettatevi la classica valenciana, da Jerò la fanno “Socarrat”: con un leggero strato croccante ottenuto caramellando il riso sul fondo della “paellera”. Si può scegliere quella di “Mar” con Mazzancolle, cozze sarde, vongole veraci, polpo e calamari; “A Banda” ai sapori di mare e astice blu cotta su brace; “Pollo” con aletta di pollo alla brace, funghi finferli, piquillos e aioli al rosmarino e “Orto” con verdure di stagione. Per accompagnare il tutto, oltre alla tradizionale sangria rossa e bianca, la cantina del ristorante propone poi una selezione di circa 250 etichette tra Bollicine, Champagne, Bianchi e Rossi anche spagnoli. Materie prime ricercate, fusione tra sapori mediterranei, tanto spazio e rilassatezza. Cosa chiedere di più a un locale.