Ci sono luoghi dal fascino intramontabile per la storia di successo che hanno alle spalle. Il Jackie O’ di Roma è certamente tra questi: un mito della mondanità romana sixty-eighty che oggi si presenta in una nuova veste, ma sempre nel segno del suo stile.
Il tocco “Grande Gatsby” mette in luce l’eleganza delle sale e del dehor dove a risaltare è lo spazio, vero lusso di questi tempi. La mis en place fa riscoprire, ai nostalgici, l’arte dell’apparecchiare la tavola, certo questo non un lusso ma tra le buone cose del passato derubricata da qualche tempo a superfluo.
Anche il menù è una riscoperta di piatti non più “di moda” che le mani dello Chef Federico Sparaco rendono potenziali nuovi must; come il “Cocktail di gamberi”, con gamberoni al vapore in salsa rosa in uno scrigno di misticanza e red chard; le penne alla vodka, Pennone Felicetti in una crema di grande equilibrio e delicatezza; il “Vitello tonnato”, altro richiamo agli splendidi eighties, quando divenne piatto nazionale e fu celebrato ovunque, ma anche piatto della tradizione piemontese entrato nella cucina internazionale.
La carta procede quindi tra piatti bandiera della casa – come il “Riso al salto” allo zafferano con demi glacé di osso buco – e spettacolari preparazioni alla lampada direttamente al tavolo (un reperto ormai, che rende felici) – Filet mignon in salsa Rossini piuttosto che Gamberi al curry con riso pilaf. Il pesce contempla grandi classici rivisitati in chiave Jakie O’: il Polpo e patate rosticciato e affumicato, la Linguina Felicetti all’astice con pomodoro datterino piuttosto che il Calamaro farcito con verdure e gambero, con salsa al nero di seppia.
Nei secondi di terra a fare da padrone è la brace. La proposta parte con la JKO’ beef steak Tartare, prosegue con l’Entrecôte di manzo alla brace e il Filetto di manzo razza Marango per concludersi con il regale Chateaubriand alla brace con salsa Bernese.
Pure il dessert viene celebrato al tavolo: le Crepes suzette alla lampada o il Babà artigianale con crema chantilly e lamponi freschi composto al momento; chi ama sperimentare può cimentarsi col “White world” (sfera di meringa, cuore di gelato e salsa al cioccolato), mentre si va sul sicuro col sorbetto al limone, i fruttini gelato o il plateau di frutta.
Il menù degustazione offre anche la possibilità di un pasto completo di 5 portate al prezzo di 55 euro (Cocktail di gamberi, Vitello tonnato, Riso al salto, Filet mignon in salsa Rossini, Tiramisù). La carta dei vini è essenziale e propone i must have dell’enologia italiana, senza esasperazioni ma con qualche spunto di ricercatezza (Sauvignon DOC Ronco delle Mele Venica, Montepulciano Marina Cvetic Riserva).
Dal martedì al sabato, il Jackie O’ apre le sue porte solo per la cena. E, anche se per il momento il night è in stand by, le serate possono piacevolmente proseguire con il Pianobar di Michele Contesi. Si può ridere e cantare come sempre, bevendo buoni cocktail fino al mattino.