Calabria, il bello e il buono tra cielo e mare del catanzarese

Calabria, il bello e il buono tra cielo e mare del catanzarese

Anche Giuseppe Garibaldi fissò lo sguardo verso l’infinito, affacciato sul golfo di Squillace da Casa Fazzari, dove fu ospite nel 1882. Oggi quell’edificio – tra i più antichi della Calabria, 1500 anni, monastero vivariense fatto costruire da Cassiodoro – è per la gran parte chiuso al pubblico e in vendita. Essendo stato Hotel in passato,  dalla fine degli anni ’50 al 1985 (Erminio Macario, Renato Rascel, Totò De Curtis, tra gli ospiti illustri), l’edificio si presterebbe bene per un Luxury in stile La Posta Vecchia di Palo Laziale, San Pietro di Positano piuttosto che Punta Tragara di Capri. I vivai per l’acquacoltura fatti costruire da Cassiodoro, le cosiddette “Vasche di Cassiodoro”, utilizzate dagli antichi romani per l’allevamento delle murene, sono tutt’oggi visibili sulla scogliera sottostante, alla quale si accede direttamente dal Palazzo attraverso una scalinata. Un locale aperto solo per la stagione estiva, “Vista Club“, permette comunque di viverne la terrazza sul mare che bacia la spiaggia di Copanello e la Costa degli Aranci.

Palazzo Fazzari

Poco più giù, dopo la scogliera Torre del Palombaro, si incontra Caminia, spiaggia chiara e granulosa che forma una mezzaluna, famosa per la Grotta di San Gregorio – dove, secondo la leggenda, approdarono le reliquie del vescovo greco vissuto nel III secolo -, e Pietragrande, celebre per lo scoglio in mezzo al mare turchese. Un passaggio qui è d’obbligo. A Caminia ci si può rilassare in spiaggia e ristorare a La Cabana o al Blanca Cruz (foto di apertura), entrambi ristorante/pizzeria con servizio spiaggia e soluzioni per il soggiorno. A Pietragrande, invece, si trova ristoro – e divertimento notturno – al lido omonimo. Seguono Montepaone e Soverato, Bandiera Blu e Parco Marino, rinomata per le grandi spiagge sabbiose e la movida notturna. Persino Annibale fu di passaggio da queste parti, nel corso della seconda Guerra Punica, per scacciare i romani da Locri.

La Calabria, la costa Ionica in particolare, è una terra ricca di storia e mitologia. La sua origine affonda le radici nel Paleolitico – come testimoniano i ritrovamenti nelle grotte di Praia a Mare e il graffito del Bos primigenius della Grotta del Romito a Papasidero. Nel XV secolo A.C. queste terre erano conosciute con il nome di “Italia”, dalla popolazione degli Itali, discendenti degli enotri di origine indoeuropea che abitavano prevalentemente le zone costiere. Ma è con lo sbarco dei greci, tra l’VIII ed il IV secolo A.C., e la nascita della Magna Grecia, che fiorirono su tutta la costa orientale numerose ed importanti città, come Rhegion, Kroton, Locri Epizefiri, Metauros e Sybaris; oltre che numerose sub-colonie fondate dalle colonie stesse quali: Kaulon, Hipponion, Medma, Terina e Scolacium. Il sito jamaluca.com fornisce indicazioni e spunti interessanti alla scoperta di storia, territorio e cultura.

Tra le ipotesi sulle origini del nome “Calabria” c’è quella che derivi dal greco antico kalón-bryōn, terra che fa sorgere il bene/il bello. E di bellezza è davvero ricca questa Regione protesa tra mare e monti nel Mediterraneo. La ricchezza dei suoi paesaggi rende disponibile una grande varietà di prodotti agroalimentari, tanto che nell’arco della stessa giornata è possibile pranzare sulla costa a base di pescato e cenare nell’entroterra a base di funghi e carni locali (anche in piena estate) o viceversa. La Sila piccola, del resto, è raggiungibile in meno di un’ora dal catanzarese e da Taverna si può partire per escursioni e gustare i prodotti tipici della zona. Di notevole valore escursionistico e paesaggistico è la Riserva Naturale Regionale delle Valli Cupe –  fra i Comuni di Sersale e Zagarise – con canyon, monoliti, alberi secolari e le cascate dei fiumi Campanaro e Crocchio.

Se invece si preferisce restare più vicini al mare, le colline che affacciano sulla costa Ionica ospitano borghi antichi che vale la pena visitare. Da Montepaone Lido, per esempio, dirottando all’interno e salendo verso Gasperina, a quasi 500 mt sul livello del mare, si può godere di un panorama mozzafiato sul Golfo di Squillace. Giunti in paese meta imperdibile per rifocillarsi è “La Paladina“, ristorante tipico che propone prodotti rigorosamente del territorio: dai funghi porcini agli ovuli (anche in estate), dalla carne di razza podolica al maialino nero.

Torre di San Michele, Certosa di Serra San Bruno

Meta obbligata se si è in vacanza da queste parti è la Certosa di Serra San Bruno, luogo mistico e misterioso le cui atmosfere ricordano quelle dei libri di Dan Brown. Spostandosi più a Sud, attraverso boschi rigogliosi, si arriva a Mongiana dove, nelle Reali Ferriere (ora museo), furono costruite le rotaie per la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici. Qui l’Hotel e Ristorante degli Amici merita certamente una visita per gustare prodotti autentici e realmente nostrani, ormai introvabili, come il capocollo e la soppressata.

Tornando sul mare, la località balneare di Giovino, a Catanzaro Lido, col nuovo lungomare costellato di locali e stabilimenti balneari e il porto turistico, terminati negli ultimi anni, fanno del quartiere marinaro del Capoluogo un nuovo catalizzatore del flusso turistico, locale e non. Qui la morfologia del paesaggio cambia lasciando spazio ad ampie spiagge di ciottoli (a Roccelletta di Borgia e Lido) come di sabbia finissima (a Giovino e Sellia Marina). Per una pizza alla calabrese – con annesso arancino alla ‘nduja – a La Nuova Bussola non si sbaglia.

Ma una giornata estiva in Calabria non può che prendere il via con un latte di mandorla freddo – o una granita che qui si chiama Cremolata – da accompagnare con la brioscia (la brioche col tuppo), tradizione di sicura influenza sicula. Tre sono i locali nel catanzarese dove poter gustare brioscia e cremolata Doc: la pasticceria “Infinite Dolcezze” a Catanzaro Lido, il “Bar Jolli” a Stalettì e la gelateria “Millennium” a Montepaone Lido.

La Sala del Ristorante Abbruzzino

Anche gli amanti della cucina creativa possono trovare pane per i loro denti da queste parti. Da “Abbruzzino“, ristorante 1 Stella Michelin con appena sette tavoli, lo Chef Luca Abbruzzino, sostenuto in sala da mamma e papà Rosetta e Antonio, fa cucina di territorio con piatti che ben rappresentano l’incontro tra creatività e tradizione. Ma anche la congiunzione tra la terra e il mare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *