Un’esperienza che lega cultura, arte e cucina d’autore, un menù fuori dagli schemi e un’offerta beverage ricercata. Questi sono gli elementi che legano Acquolina, unico ristorante di pesce stellato a Roma, al The First Luxury Art Hotel, la sua nuova casa da giugno di quest’anno. Siamo in pieno centro – non lontani da Piazza del Popolo, Piazza di Spagna e Fontana di Trevi – e il boutique hotel, oltre alle 29 camere e servizio tailored, vanta una terrazza con una visuale sui gioielli della capitale: Villa Medici e Trinità dei Monti in primo piano, con un tuffo nel cuore di Roma e San Pietro che spicca sul lato opposto. Altro fiore all’occhiello dell’albergo è la collezione d’arte contemporanea “diffusa”, che si può ammirare dalla hall agli spazi comuni fin nell’intimità della propria stanza.
Il ristorante si trova al primo piano col lounge bar a fare da salotto. “L’idea – mi spiega il General Manager dell’Hotel Daniele Carta – è quella di creare un ingresso ad hoc, attiguo a quello dell’albergo (dove ora c’è una vetrata), per l’accesso al bar e al ristorante, è un progetto a cui stiamo lavorando e che vorremmo realizzare”. La sala è essenziale e ampia, arricchita anch’essa con opere d’arte contemporanee e vetrate con riproduzioni di creature marine, la sensazione è quella di trovarsi in un’acquario. Sulla destra spicca la cantina “a vista”, una grande teca di vetro trasparente con le bottiglie ordinate per tipologia e annata, sul lato opposto c’è l’ingresso della cucina, anch’esso in bella vista.
La proposta gastronomica è affidata, in continuità con la vecchia sede del Fleming, allo Chef Alessandro Narducci ed è legata al pescato, plasmato con tecniche di cottura recuperate dalla tradizione associate a creatività e stile innovativo. Il pesce qui, ovviamente, è solo di prima categoria, mi viene spiegato; una materia preziosa che lo Chef lavora arrivando a impiattare vere e proprie gemme in cui resta racchiuso tutto il profumo e il gusto del mare.
Nel menù – che rompe la suddivisione classica tra antipasti, primi e secondi – si trovano piatti che hanno fatto la storia di Acquolina, come la “Ricciola scottadito, birra e noccioline” e la “Linguina vongole e radice quadrata di prezzemolo”, ma anche new entry come il “Polpo alla Luciana al contrario”; originali il “Cocktail di Gamberi” e la “Scapece”.
Oltre ai piatti della Grande Carta, è possibile optare tra due menù degustazione: Atto I (12 portate 130€) e Atto I Synthesis (6 portate 95€). Ricercati e affascinanti gli abbinamenti proposti dal Sommelier Emanuele Gizzi che guida con competenza nella scelta dei vini. Io ho avuto il privilegio di degustare due perle del Lazio e una delle Marche: Tellenae Lazio Igt dell’Azienda Agricola Manfredi Stramacci (Malvasia in purezza), Colle Gaio delle Cantine Colli di Catone (Malvasia Puntinata 100%) e Castelli di Jesi Classico Doc “Tardivo ma non tardo” (Verdicchio). La carta del vino e composta da etichette selezionate in modo da permettere un abbinamento e un connubio ideale con le creazioni di Narducci; spazia nei Terroir più rappresentativi del panorama italiano ed europeo; spiccano su tutti tre annate di Montrachet Grand Cru (Chardonnay) e due di Beaune (Pinot noir) Romanèe Conti: preziosissimi e costosissimi.
Dopo cena il Roofgarden dell’albergo è meta ideale come spazio fumoir e per un after dinner; da maggio a ottobre, dalle 19:00 alle 24:00, vi si può gustare un aperitivo o un drink scegliendo tra distillati di qualità e l’offerta cocktail multisensoriale del bar. Con la proposta AcquaRoof, in terrazza è possibile anche cenare in modo più informale, tra le “Gocce” (8€) – portate da gustare con un singolo boccone o poco più – e piatti espressi della cucina mediterranea e dalla griglia. La formula “light dinner” (45€) include un cocktail o una bollicina italiana, 4 Gocce, una pasta e un dolce. La vista è impagabile.