Zuma Roma, con Becker il lusso alla portata di tutti è realtà. Mentre tanti (troppi) scopiazzano qua e là e importano improbabili fusion da ogni dove – il più delle volte creati a tavolino -, con Zuma a Palazzo Fendi Rainer Becker ha realizzato un capolavoro: rendere il lusso accessibile a tutti. La nuova concezione del lusso che avevo cercato di spiegare nel mio articolo “Che cos’è il lusso oggi? Il tempo per un tè, magari da Tiffany”.
Il decimo Zuma al mondo – i prossimi saranno quelli di Las Vegas, a fine anno, e di Los Angeles mi dice una fonte ben informata – è un vero e proprio tempio della cucina giapponese in uno dei templi della moda italiana. Il primo pensiero è: “sarà costosissimo ed eclusivo”. La sorpresa, in realtà, è che Zuma Roma è sì esclusivo ma non escludente: non c’è dress code e i prezzi non sono per niete inaccessibili. Tutt’altro, si può cenare benissimo con anche meno di 50€ (ecco il menù) e a pranzo, dal martedì al venerdì, con la formula “Ebisu” si possono spendere 21€ (zuppa di miso e un secondo a scelta) o 28€ (zuppa di miso, e scelta di due antipasti e un secondo). Niente male per un ristorante di tale livello. E la clientela si auto-seleziona.
E’ chiaro che i fan degli “All you can eat” o “Sushi no stop”, che dir si voglia, qua non troveranno pane per i loro denti. Chi sceglie Zuma – e Zuma Roma in particolare – è perchè vuole fare un’esperienza, culinaria ma anche sensoriale; per il design originale e unico degli ambienti – studiati in ogni dettaglio dall’architetto Noriyoshi Muramatsu – e l’atmosfera rilassante in cui ci si trova immersi, per via dell’insonorizzazione e di una diffusione audio che dà evoluzione alla musica di sottofondo in base al mometo della giornata. Un amico direbbe “Top”, io preferisco sintetizzare con la formula “Total Pleasure”.
Come ho già avuto modo di scrivere dando notizia della tanto attesa data di apertura, lo Chef Rainer Becker, dopo i suoi anni di permanenza a Tokyo (dove ha avviato tutti e cinque i ristoranti del Park Hyatt Hotel), ha concepito Zuma Roma ispirandosi agli Izakaya, locali popolari e informali dove gli ospiti possono trascorrere una serata rilassante condividendo piatti e bevande in modo informale. Becker non ha fatto altro che reintepretare la cucina giapponese, rendendola più gradevole per il palato occidentale. La formula è piaciuta a tal punto che Zuma è meta prediletta dalle star del cinema, del Pop, dello sport e della moda in tutto il mondo.
La cosa interessante però è proprio questa. Non è Becker – sostenuto dal socio Arjun Waney – ad aver imposto un format, per così dire, elitario, magari (come è di moda da sempre in Italia) ponendo delle barriere all’ingresso; è lo stile e l’eleganza che lui ha scelto per i suoi locali, unito al concetto di condivisione, che hanno fatto di Zuma un must. E lo è già anche a Roma, visto che la lista d’attesa delle prenotazioni supera ormai le cento persone. Che dire, buon giapponese da Fendi!