L’uomo e il matrimonio (parte 2, qui la parte 1). Quando il contributo (scarso) dello sposo è risolutivo e vincente. Si sa, il matrimonio è cosa da donne. I futuri mariti partecipano sì ai preparativi, ma, nella stragrande maggioranza dei casi, come pura e semplice “partecipazione” appunto, piuttosto che con un vero e proprio ruolo attivo; il più delle volte per avallare decisioni praticamente già prese o al massimo per dare il proprio parere sulle due-tre opzioni messe sul tavolo dalla fidanzata e dalla di lei mamma ovvero futura suocera. E questo vale in particolare per addobbi floreali, partecipazioni e bomboniere.

Ed è giusto così, per carità. A meno che il lui non abbia velleità alla Enzo Miccio (!) o non faccia il wedding planner per mestiere. In entrambi i casi mi preoccuperei un pochino fossi la sposa… Per non parlare di quelli che sono passivi in toto e muovono la testa solo per annuire (se, casomai, interpellati per il placet), per temperamento e anche, ahiloro, cultura.

Nel mio caso devo dire che ho partecipato più che attivamente nella ricerca della location per il ricevimento e, di conseguenza, della chiesa. Ed è stato anche divertente e interessante, almeno le prime due settimane; già al primo mese di week end itineranti per Roma e dintorni e bolle ai piedi avrei voluto simulare un disturbo intestinale.

Il secondo mese di ricerca, però, grazie al cielo, ha portato i suoi frutti e la location era prenotata. Evvai! Fatto il grosso, potevo pian piano svincolarmi dalle grinfie della mia futura sposa!

Per le partecipazioni si è risolto tutto in un sabato mattina per me (perché per fortuna io e mia moglie abbiamo gusti e stile molto affini); idem per i fiori, sono andato al primo incontro e, una volta definita l’idea, ho lasciato che si scervellarsero le donne. Diciamo che il mio è stato un ruolo da supervisore attivo su tutto il resto.

Ruolo che però è stato anche determinante, e lo dico senza falsa modestia, in due scelte non proprio secondarie: la chiesa e, incredibile ma vero, le bomboniere!

La chiesa piaceva a entrambi, solo che mia moglie non era pienamente convinta (pur con il parere favorevole di mia suocera). L’ho convinta. Abbiamo scelto una piccola chiesa neo gotica in un eremo immerso nel verde della campagna viterbese (il Santuario di Santa Maria Ad Rupes), ad appena venti minuti dalla Tenuta di Ripolo dove poi abbiamo fatto grande festa con il catering curato da Nicolai Ricevimenti e la musica diAlberto Laurenti e i Rumba de Mar.

Il trailer del video del matrimonio con laTenuta di Ripolo, a cura di VDIMAGE 

Era sulle bomboniere che eravamo in un cul-de-sac. Il punto fermo era che non volevamo la solita bomboniera che nella migliore delle ipotesi finisce a impolverarsi su qualche credenza e nella peggiore nella pattumiera. Pensavamo a qualcosa di utile ma allo stesso tempo originale e personalizzato. Almeno sei erano le opzioni sul tavolo, ma tutte abbastanza déjà vu. Tanto che a un certo punto stavamo per arrenderci al cul-de-sac, appunto: un semplice sacchetto da riempire coi confetti.

Ma quando lo sguardo mi è caduto su quella che sarebbe stata la nostra scelta, è stata come un’illuminazione. Da buoni intenditori (e degustatori), l’idea della bottiglia di vino personalizzata era stata una delle prime che avevamo preso in considerazione, ma non ci aveva convinti fino in fondo (forse anche per gli esempi un po’ troppo kitsch e cafonal che ci erano captati).

La piccola bottiglia del Passito Pileum Made in Piglio, invece, ci è apparsa subito elegante. L’etichetta color madreperla, la rifinitura del tappo in ceralacca e lo stile marsalese le conferiscono un allure molto originale. Con l’etichettatura personalizzata e il sacchetto coi confetti (scelto dalla sposa) il capolavoro era fatto! E vi assicuro che anche il contenuto è di una bontà unica. Una bomboniera di grande gugsto!