Cohouse Pigneto, a Roma il membership club d’importazione*. E’ stato mensa dei ferrovieri e centro di smistamento postale, ma da dicembre 2014 questo edificio di via Casilina Vecchia di fine anni ’40 (abbandonato dal 1993) ha ripreso vita come associazione culturale “Pigneto arte e cultura”. “L’obiettivo – si legge sulla pagina Facebook – è mettere assieme una comunità di persone che abbia in comune la passione per le arti creative, dal cinema alla moda, dalla musica alla fotografia, mettendo a disposizione dei soci servizi e aree di svago”. L’idea è la stessa alla base del gruppo internazionale SOHO HOUSE.
Fondato a Londra nel 1995 da Nick Jones come un club privato per chi operava nelle industrie creative, Soho House & Co ha oggi 17 club disseminati tra Europa e Nord America (Gran Bretagna, Berlino, New York, West Hollywood, Miami, Chicago, Toronto, Istanbul). Non solo, dai club sono nati spazi di lavoro, ristoranti e bar, cinema, centri benessere, residenze e alloggi (anche per eventi privati) e persino la linea casa “Soho Home” che riproduce lo stile del brand.
Simone Menassè e Stefano Papa con Cohouse Pigneto (e Coho Loft) hanno importato questo modello nella Capitale. I due sono partiti però dai locali notturni (nel 2008), il club è arrivato dopo. Il filo conduttore dei loro progetti è sempre stato il recupero home made di vecchi magazzini e spazi industriali abbandonati: Atelier 35 a via Valpolicella, Tearoom a via del Boschetto, Casa Clementina a via Clementina, Coffee Pot a via della Lega Lombarda, gli Studi 565 a Monti Tiburtini come spazio di co-working.
Poi la “family” si è rinnovata ed estesa e oggi, anche grazie all’apporto dei loro amici-soci, conta dieci locali solo su Roma (Cohouse Pigneto, Osteria delle Coppelle, Club Derrière, Fish Market, Hamburgeseria, The Barber Shop, Terrazza San Pancrazio, Baita San Pancrazio e due Coffee Pot); altri due Coffee Pot tra Porto Rotondo e Bali (Indonesia) e, da quest’anno, un resort a Ibiza, Finca San Lorenzo. Gli ultimi arrivati nella Capitale sono Coropuna, un Nikkei Restaurant a Pietralata nato nei locali del primo Fish Market, e Yugo Fusion Bar a Monti.
Non è per niente facile stare dietro a tutti i locali che nascono sotto la ME.PA (Menassè – Papa). Dopo aver creato uno stile, il passo successivo al clubbing, proprio come per SOHO HOUSE, è stato infatti quello della sua riproduzione con progetti su commissione, attraverso questa nuova struttura nata a fine 2015.
Tornando al Cohouse Pigneto, lo spazio è fruibile all day long con eventi diurni per i soci – dai corsi di cucina a quelli di fotografia e fitness- mentre la sera dj, ospiti e jazz band lo trasformano in un vero e proprio locale notturno con un menù di cocktail serviti anche al tavolo. La vera innovazione è però il “Temporary Restaurant”. Ogni settimana Chef stellati si alternano a giovani promesse in show cooking con menù sempre diversi a prezzo fisso: 50 €, solo su prenotazione. Il risultato, finora, è a luci e ombre, come si evince anche dalle recensioni su Tripadvisor. Il bar separa la sala da pranzo, con tavoli sociali e cucina a vista, dal salone che affaccia sul giardino attraverso un’ampia vetrata. Quest’ultimo è pensato come spazio di incontro e relax e, pur trattandosi di un club privato, l’accesso a quest’area è consentito per l’aperitivo anche ai non tesserati.
COHOUSE Pigneto, via Casilina Vecchia 96, Roma. Tel. +393294210446
Sito – Pagina facebook
* Ho rimesso mano e ampliato questo pezzo a distanza di quasi due anni per dare un quadro quanto più completo possibile di questo locale, sui generis nel panorama italiano, al di là della contingenza dell’apertura, che era la notizia dell’11 dicembre 2014.